Ultimo Aggiornamento: 23 Aprile 2024

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16 Marzo 2024

Covid generato in laboratorio: l’opinione degli esperti

Gli scienziati italiani hanno espresso il loro parere sul risultato dello studio condotto dall’University of New South Wales, in Australia, per quanto riguarda il Covid-19. L’ipotesi è che il virus potrebbe essere stato generato in laboratorio. In Italia gli esperti si sono divisi e hanno preso posizioni differenti in merito.

Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, pensa che abbiano ragione: “Lo dico dal 2020 e prima o poi la verità verrà fuori. Nel 2020 – ricorda – poco dopo lo scoppio della pandemia, tra tante reticenze del governo cinese e l’Organizzazione mondiale della sanità che copriva il loro silenzio, già sorgevano dubbi sul fatto che questo virus potesse essere un virus naturale, per tantissime caratteristiche” che presenta il patogeno “e soprattutto perché non si è mai trovato l’ospite intermedio né il serbatoio naturale”. La direttrice fa riferimento anche a “un lavoro condotto da un gruppo di ricercatori indiani, apparso nel 2020 e ritirato dopo neanche una settimana, che spiegava come la sequenza del virus Sars-CoV-2 fosse del tutto innaturale, sembrando più un puzzle di pezzi di geni di altri virus, con addirittura anche un pezzetto di gene del virus Hiv e di un gene umano. Dopo il misterioso ritiro, di quello studio non si è più parlato e i ricercatori indiani sono spariti nel nulla”.

“Personalmente io ho continuato più volte a sostenere la teoria del virus ‘scappato’ dal laboratorio, anche perché il laboratorio di Wuhan”, la megalopoli cinese primo epicentro della pandemia di Covid, “struttura che ho anche visitato, è un laboratorio di quarto livello” di biosicurezza, “affidato a tecnici che vi lavorano senza avere una grandissima esperienza”. Un contesto dove “l’incidente biologico è dietro l’angolo. Alla fine, nel tempo – ripete l’esperta – la verità viene a galla. Anzi sta già emergendo a più riprese, perché anche altri gruppi di ricerca hanno portato prove alla tesi del virus di laboratorio. Il virus Sars-CoV-2 – è certa Gismondo – sicuramente non è un virus naturale”.

C’è chi invece la pensa diversamente. Per Sars-CoV-2, ad esempio, è “più probabile un’origine innaturale – scrivono – rispetto a un’origine naturale”.

L’epidemiologo Massimo Ciccozzi ha un pensiero ulteriormente diverso: “Tanti studi sono stati fatti sull’origine del Sars-CoV-2: al momento darei una percentuale del 50% all’ipotesi dell’evento di laboratorio accidentale e 50% all’ipotesi dello ‘spillover’, il salto di specie naturale. Già in passato è accaduto un contagio dopo incidente con la malattia da virus di Marburg negli anni ’60. Entrambe le due ipotesi hanno però un denominatore comune: la prevenzione. Nella prima riguardo alla sicurezza dei laboratori che va comunque rafforzata, nella seconda è chiaro che serve avere medici sentinella e una rete di sorveglianza pronta ad attivarsi. Tutte strategie di prevenzione che dopo 4 anni di pandemia conosciamo e dobbiamo saper mettere in campo”. Pier Luigi Lopaco, docente di igiene all’università del Salento, non è d’accordo con le conclusioni dello studio. “Lo studio in questione non porta alcuna prova, ma utilizza un metodo in base al quale ‘non si può escludere’ l’origine artificiale del virus”, spiega all’Adnkronos Salute. “Se mettiamo insieme tutti gli studi condotti finora sul tema, l’origine naturale del virus resta ancora la più avvalorata”, conclude.

“Quando vedrò il lavoro con i dati scientifici a comprova di quanto oggi hanno ‘spoilerato’ i colleghi, lo commenterò. Vediamo che cosa c’è di dati, ma per il momento mi pare che si sostenga che questo virus fosse presente in aree molto vicino a Wuhan anni prima. Vediamo l’articolo pubblicato, ma in genere sono scettico rispetto a chi annuncia uno studio mentre lo sta pubblicando. Ci sono tante considerazioni da fare su questo argomento”, commenta l’infettivologo Matteo Bassetti.