Ultimo Aggiornamento: 7 Maggio 2024

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23 Febbraio 2024

Catania, provoca morte prozia per avere l’eredità: arrestata

Maria Basso avvelenata con gli spaghetti per l'eredità
Maria Basso avvelenata con gli spaghetti per l'eredità

I carabinieri di Aci Castello, in provincia di Catania, hanno applicato il braccialetto elettronico su ordine del gip etneo ad una donna, Paola Pepe, accusata di circonvenzione di incapace e dell’omicidio aggravato di una prozia 80enne, non autosufficiente, avvenuta presso una casa di cura di Aci Castello il 16 dicembre 2022, dove l’anziana risiedeva da circa 15 giorni. Il caso è quello di Maria Basso “sparita” a dicembre del 2022 da una Rsa di Asiago e successivamente morta ad Aci Castello. Le indagini hanno consentito di far luce sul piano della donna che mirava all’eliminazione della parente per beneficiare dell’eredità e le avrebbe somministrato cibo solido, per lei ‘proibito’ per problemi di salute. L’indagata, per due mesi avrebbe approfittato dell’anziana, mostrando sin da subito un fortissimo interesse per il suo patrimonio, recandosi in diverse occasioni presso l’istituto di credito dove la vittima era titolare di conti correnti. Queste circostanze avevano insospettito il direttore e i funzionari dell’istituto bancario, inducendoli a presentare un esposto in procura.

L’indagata sarebbe riuscita, quindi, a convincere l’anziana a revocare la procura generale, rilasciata anni prima in favore di un’amica di vecchia data e, il successivo 2 dicembre 2022, dopo averle fatto trascorrere la notte presso una struttura ricettiva ad Asiago, avrebbe costretto l’anziana ad affrontare senza soste il gravoso viaggio in auto da Asiago sino ad Aci Castello, trasferendola così in una residenza per anziani. L’indagata non avrebbe consentito all’anziana di prendere le medicine che giornalmente assumeva. A completare il progetto criminale della pronipote sarebbe stato anche redatto un testamento pubblico con cui, revocata ogni precedente disposizione, la istituiva quale unica erede universale. Due giorni dopo il triste epilogo, con la morte della vittima, deceduta dopo giorni di sofferenze. L’accusata avrebbe provocato la morte della prozia 80enne, facendole ingerire del cibo che la donna non avrebbe dovuto mangiare dovendosi alimentare solo di omogeneizzati, facendo ricondurre il decesso a cause naturali per potere beneficiare dell’eredità.

L’anziana disponeva da quanto emerso di un ingente patrimonio fra conti correnti, gioielli e immobili: secondo indiscrezioni, si tratta complessivamente di oltre mezzo milione di euro. Sono stati altri parenti della donna a presentare denuncia ai carabinieri di Bassano del Grappa. Il loro sospetto era che l’anziana fosse stata convinta con l’inganno a trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza, ovvero a Catania, e sia stata indotta, sfruttando le sue condizioni di salute, a cambiare il suo testamento. La vicenda prende corpo dalla “strana e improvvisa” presenza della pronipote e del suo compagno alla festa per l’ottantesimo compleanno della vittima, il 4 settembre del 2022. A organizzare la festa con alcuni parenti era stata un’amica di vecchia data, nominata anni prima sua procuratrice per il compimento di atti di ordinaria amministrazione, una festa con alcuni parenti, alla quale era stata invitata la madre dell’indagata arrestata ieri. «In quell’occasione, sin da subito – ricostruisce la Procura di Catania – i congiunti dell’anziana si sarebbero insospettiti per la presenza della pronipote, che, sebbene non fosse stata invitata alla festa e nonostante non avesse mai avuto rapporti frequenti con la prozia, avrebbe mostrato nei suoi confronti un attaccamento quasi morboso». Da quel momento, «con il suo atteggiamento ostentatamente disponibile e affettuoso», nell’arco di soli due mesi, «l’indagata avrebbe approfittato dell’affetto e dello stato di forte vulnerabilità della vittima, mostrando sin da subito un fortissimo interesse per il suo patrimonio, recandosi in diverse occasioni nella banca dove l’anziana era titolare di conti correnti». Circostanze che «avevano insospettito il direttore e i funzionari» dell’istituto di credito «inducendoli a presentare un esposto alla locale Procura».